Non amando i musei troppo grandi e dispersivi, la galleria Borghese rimane uno dei miei preferiti.
Ospitata all’interno del Casino Nobile, uno degli spettacolari edifici di Villa Borghese, il museo venne fondato nel 1902 da Scipione Caffarelli Borghese. La ricchissima collezione racchiude opere di Canova, Caravaggio, Bernini, Raffaello, Tiziano e moltissimi altri artisti. Vista la peculiarità della collezione, gli accessi alla Galleria sono limitati: è possibile accedere previa prenotazione e la visita non può superare le due ore.
Le sale sono piccole e raccolte ma sono ricche di capolavori di inestimabile valore. Una collezione unica, rara. È molto difficile selezionare le opere più importanti della Galleria, perché sono tutti capolavori unici e, da amante dell’arte, dire quale opera sia più importante di un’altra è assolutamente difficile. La bellezza e l’unicità di questi capolavori sono da togliere il fiato.
Ci sono due opere in particolare che resto sempre ad ammirare a lungo. Sono entrambe di Gian Lorenzo Bernini: “Apollo e Dafne” e “Il Ratto di Proserpina”. Questi gruppi scultorei sembrano fatti di burro anziché di marmo: la morbidezza delle forme, la luce che si riflette sui corpi, la vivacità, il movimento, le vibrazioni che emanano… difficile credere che siano inanimati.
Apollo e Dafne

“Apollo e Dafne” narra della leggenda tratta dalla Metamorfosi di Ovidio. Eros, per vendicarsi di Apollo, lo trafigge con un dardo d’oro che lo farà innamorare perdutamente della ninfa Dafne; lei invece verrà trafitta da un dardo di piombo e non ricambierà l’amore del dio. Per evitare di essere sua, convincerà suo padre, il dio fluviale Peneo, a trasformarla in un albero di alloro.
Bernini coglie nel suo gruppo scultoreo il momento esatto della trasformazione. Apollo ha quasi raggiunto Dafne, riesce appena a toccarla, ma i suoi piedi si stanno già trasformando in radici, i suoi capelli e le sue dita in un’unica fronda. La scultura si trova al centro della sala e la si può guardare in tutta la sua magnificenza. La cosa che mi sconvolge ogni volta che guardo “Apollo e Dafne” sono le dita di lei, che protratte verso l’altro si stanno tramutando in foglie. Il marmo è talmente sottile da essere attraversato dalla luce: si percepisce il pathos, l’immediato momento in cui lui l’afferra e lei gli sfugge.
Il Ratto di Proserpina

Questa foto di Galleria Borghese è offerta da TripAdvisor.
“Il Ratto di Proserpina” rappresenta il rapimento di Proserpina da parte dal dio degli inferi Plutone. La madre di lei, Cerere dea delle messi, folle di dolore ridusse la terra alla siccità. L’intervento di Giove, vista l’ira di Cerere, consentì alla giovane Proserpina di poter tornare a casa solo per sei mesi l’anno.
Nel gruppo scultoreo viene rappresentato il momento culminante del rapimento: Plutone afferra Proserpina trascinandola verso l’Ade mentre lei cerca di divincolarsi disperatamente dalla sua presa. La bellezza di questa opera è sconvolgente, tutti i muscoli del dio sono tesi nello sforzo, le sue dita affondano nella carne di Proserpina come se fosse burro e non marmo, il viso della giovane è rigato dalle lacrime.
Gian Lorenzo Bernini

Quello che rende queste opere uniche è come Gian Lorenzo Bernini riesca a piegare la materia in curve morbide e sinuose, in delicati effetti di luce. Solo queste due opere valgono il biglietto della Galleria Borghese, ma il museo offre molto di più.
Galleria Borghese, info
Galleria Borghese è infatti un gioiello nascosto e sarebbe un peccato non visitarla se ci si trova a Roma. La Galleria si trova all’interno del parco di Villa Borghese: immancabile dopo la visita al museo una passeggiata fino alla terrazza del Pincio da dove si gode uno dei panorami mozzafiato della città eterna.
Info preotazioni: http://www.gebart.it – http://www.coopculture.it