Portogallo da nord a sud in macchina

Viaggio on the road: il Portogallo da Nord a Sud

Organizzare un viaggio in Portogallo

In un sabato mattina di luglio come tanti, la mia sveglia suona alle 9 e – dopo i miei 5/10 minuti accademici per realizzare dove mi trovo e che sono sveglio – mi alzo per fare colazione.

Marco mi raggiunge in Valtellina per pranzo, abbiamo programmato un incontro per decidere le sorti dell’estate insieme ad altri amici dopo aver procrastinato per tanto tempo. Avevo buttato là un’idea per un viaggio in Portogallo tempo fa, ma dopo il favore iniziale che aveva raccolto si era arenata mestamente, quindi dobbiamo trovare il modo di tenerla in vita oppure cambiare rotta. Il gruppo è piccolo e ben adattabile alle situazioni, quindi una virata dell’ultimo minuto non è affatto improbabile. Il lago è il punto giusto per trovare una risoluzione.

Ripartiamo dal Portogallo, “i voli avranno un prezzo ormai proibitivo” penso tra me, e purtroppo i siti delle principali compagnie mi danno ragione. Ci vuole una via alternativa: proviamo a valutare viaggi in auto, noleggio camper e infine qualche scalo un po’ matto per arrivare a destinazione. Sembra tutto infattibile, poi Marco scopre un’opzione con uno scalo notturno a Francoforte per l’andata, “dormiamo in aeroporto e via!”, ma il ritorno? Un altro scalo da quasi una giornata ad Amburgo il venerdì e aereo per Milano sabato mattina all’alba. Sembra valida, gruppo di Whatsapp, qualche messaggio e si prenota. Si parte davvero, l’idea che stava naufragando ha preso forma!

Ci congediamo e fissiamo un ritrovo a Milano per prenotare i luoghi dove dormire e fare un programma, tutto rigorosamente in ostelli e spostamenti in auto per essere autonomi e combinare le varie tappe. Non mi dilungherò nel dettaglio a descrivere ogni luogo, ma vorrei dare l’impressione del ritmo alternato del nostro viaggio, a tratti più calmo, alle volte accelerato.

Oporto

Porto skyline
La città di Oporto dall’alto

Ritrovo a Milano Centrale intorno alle 17, bus navetta per Orio mentre si scherza benevolmente sull’abbigliamento alquanto eccentrico di alcuni turisti d’oltremanica appena arrivati a Milano. Il volo parte con un’ora abbondante di ritardo quindi spezziamo l’attesa con un calcio-balilla Italia-Spagna con due simpatici ragazzi venuti a visitare le Alpi. Nessun problema di coincidenze per noi, abbiamo un margine a dir poco abbondante.

Il volo per Francoforte è il più breve mai fatto, 45 minuti e ci attende comunque la notte nell’aeroporto prima di decollare per Oporto alle 7 del mattino. Non è stata certamente la nottata più comoda possibile, ma siamo gasati dalla partenza dell’indomani. All’arrivo ci attende il nostro quarto componente, che arriva da Barcellona.

Il primo impatto con il Portogallo è stato “beh, che temperatura perfetta!”, in effetti ci sono 18 gradi alle 11 del mattino e idealmente mi aspettavo una temperatura molto più alta, ma così è davvero l’ideale per visitare la città. La stazione del treno antistante l’aeroporto è davvero moderna, con una struttura in vetro e acciaio e binari all’aperto e lo stesso vale per il trasporto, che in pochi minuti ci porta in centro città, dove abbiamo l’ostello, tra quartieri di case bianche ben tenute e altri più “alternativi” dove la street art fa capolino da ogni angolo, facendo da contrasto al cielo azzurro con i suoi colori accesi.

All’ostello ci accolgono immediatamente e ci indicano una piccola stanza dove lasciare i nostri bagagli più pesanti, per poter girare liberamente. Il ragazzo francese presente quella mattina ci spiega nel dettaglio com’è organizzata la città e ci dà qualche preziosissimo consiglio su quali luoghi meritino una visita e quali siano un valido punto di ristoro per un pranzo veloce o una buona cena. Affidarsi a internet per organizzare è bello e può dare un senso di soddisfazione per avercela fatta in autonomia, ma mai rifuggire i consigli di qualcuno del posto, nessuna pagina web sarà mai aggiornata ed esaustiva quanto chi vive lì.

L’architettura della città si presenta in modo davvero insolito per i nostri gusti, è un accostamento di vari stili e decorazioni, a cui noi italiani in particolare non siamo abituati, avendo una generale coerenza, almeno nelle zone delle città più importanti; qui persino sullo stesso edificio si possono trovare due lati completamente differenti tra loro! Il vero trait d’union sono gli azulejos, piastrelle azzurre a decorazione di esterni e interni che possono essere a soggetto floreale oppure una versione locale di affreschi e vetrate, a racconto di scene religiose o vita passata.

Per il primo pranzo ci dirigiamo in uno dei luoghi tipici di Oporto consigliato dal ragazzo in ostello, la birreria Gazela. È un localino rustico e semplice, dove gustare degli ottimi cachorros (hot dog speciali), principalmente in piedi appoggiati alla parete, poiché raggiungere le poche sedie di fronte al bancone principale è molto difficile all’ora di pranzo. Il proprietario è molto cordiale, prende l’ordinazione e in 15 minuti circa ci serve. Quando i clienti finiscono di pranzare, sembra sia tradizione una stretta di mano con lui dopo aver pagato il conto in segno di apprezzamento prima di lasciare il locale.

Ci perdiamo tra le vie della città, per poi fermarci per un momento di relax in un’oasi di pace con un piccolo giardino in centro con vista sulla torre della Câmara Municipal. Musica soffusa e stanchezza dal viaggio mi fanno addormentare per un attimo, lo confesso.

Due luoghi particolari di Oporto che meritano una menzione nella nostra breve visita sono sicuramente: la Casa da Mùsica per la sua architettura molto moderna, che si stacca decisamente da quelli che sono gli stilemi principali della città. Il secondo è il negozio-vintage/bar Armazém lungo il fiume, dove si può tornare indietro nel tempo tra oggetti dimenticati e sorseggiare qualcosa di fresco in un bar in stile particolare. Davvero unico nel suo genere per ciò che ho visto fino ad ora.

La tappa di Oporto non avrebbe avuto lo stesso valore se non fosse stato un pretesto per visitare la zona (l’unica autorizzata) in cui viene prodotto il vino a cui la città dà il nome, il Porto appunto. Già in città si possono trovare alcune cantine, ma se siete interessati a un’esperienza più autentica la cosa migliore è prendersi almeno una giornata per addentrarsi nella valle del fiume Douro e delle sue vigne, un’area che arriva fino al confine con la Spagna a nord del Portogallo. Il punto principale è Vila Nova de Gaia, dove siamo passati per poi dirigerci alla Quinta do Seixo di Sandeman, una delle tenute visitabili dove si produce appunto il vino. La visita guidata parte da una spiegazione generale per poi passare dalle vasche in cui viene lavorata l’uva fino alla zona di degustazione in cui assaggiare le 3 tipologie principali di Porto: un bianco, un rosso deciso chiamato Ruby (che ha un retrogusto di cioccolato) e l’ultimo, il Tawny, con aromi di frutta secca che si sprigionano in bocca prima di mandarlo giù. La vista sulla valle aiuta certamente la degustazione.

Sulla strada per Coimbra
Quinta do Seixo di Sandeman
Degustazione di vino Porto
Degustazione di Porto da Quinta do Seixo di Sandeman

Da qui parte il nostro vero e proprio rollercoaster per il Portogallo. Breve stop ad Aveiro, una cittadina abbastanza turistica e in cui il colore che spicca è certamente il bianco degli edifici nella zona centrale, per raggiungere nel pomeriggio Coimbra.

Coimbra

Coimbra Portogallo
Coimbra

La nostra sistemazione, che consiglio vivamente a chi decida di visitare la cittadina, è l’ostello Penedo da Saudade, che vero e proprio ostello non è, visti la cura e l’ordine che si trovano all’interno dei corridoi e delle stanze; non fosse per le camere multiple si penserebbe di trovarsi in un residence, decisamente il più confortevole mai provato fino ad ora. È situato a 15 minuti a piedi dal centro, quindi molto comodo e dall’ottima visuale. Da lì per raggiungere il centro si passa dalla storica Universidade de Coimbra, che riunisce tutte le facoltà in un unico quartiere e si contraddistingue per essere una delle più antiche d’Europa essendo stata fondata nel 1290 e più recentemente riconosciuta patrimonio mondiale dell’Unesco. Colpiscono all’interno le testimonianze di scritti giapponesi che attestano i rapporti con quel popolo già in epoca antichissima.

La serata a Coimbra invita a rilassarsi in uno dei locali del piccolo labirinto di vie del centro; per la sua particolarità abbiamo scelto il Caffè Santa Cruz, una chiesa sconsacrata molto particolare in cui abbiamo avuto la fortuna di assistere a uno spettacolo di musica tradizionale portoghese, il Fado.

Peniche

Peniche Portogallo
Peniche, Portogallo

Nuovo giorno, nuova destinazione: Peniche, sull’oceano, un luogo in cui abbiamo l’obiettivo di cimentarci per la prima volta nel cavalcare le onde con la tavola. Ci sono diversi surf hostels in zona, anche qui la sorte è dalla nostra parte e troviamo un ottimo insegnante, Miguel, proprio all’ostello.
Naturalmente la prima volta che si prova qualcosa si parte delle basi, quindi via in spiaggia con la muta e un po’ di teoria. Sbrigata la parte iniziale, ci scaldiamo con una corsa e poi si entra in acqua per provare davvero. Come dice Miguel, il surf è terapeutico, libera la mente e aiuta a dimenticare tutte le sensazioni negative. Nella nostra ora e mezza in acqua riusciamo a rimanere in piedi su qualche onda, quindi anche quando dobbiamo a malincuore togliere la muta siamo più che soddisfatti!

Berlenga
Isola di Berlenga Grande

Una tappa da fare assolutamente se si hanno almeno 2 giorni da passare a Peniche è la visita all’Isola di Berlenga Grande, un parco naturale situato su quest’isola rocciosa in mezzo all’oceano, che fa parte di un arcipelago di tre isole. Questa è l’unica abitata e nonostante il rispetto per la natura sia l’imperativo, è possibile campeggiare in un’area dedicata e persino fermarsi a dormire nella fortezza a metà di uno dei due percorsi escursionistici consentiti.

Parque Natural de Sintra-Cascais

Parque Natural Sintra-Cascais
Parco Naturale di Sintra-Cascais

La zona che probabilmente mi ha affascinato di più è il Parco Naturale di Sintra-Cascais, uno dei due grandi parchi del paese, situato a nord di Lisbona. Se amate un po’ di avventura e trekking, questo è il posto che fa per voi, specialmente la zona del Miradouro Praia do Carneiro, da cui parte un sentiero in cresta in direzione sud, che porta fino a una spiaggia in una insenatura della costa. Attenzione al sentiero che si sceglie però, la via è a tratti impervia nel caso si imbocchi quello sbagliato e sconsiglio in ogni caso di avventurarsi in infradito!

Sintra-Cascais sentiero
Sentiero per Praia da Ursa

Nelle vicinanze si trova un altro luogo particolare, Cabo da Roca, ossia il punto più occidentale di tutta Europa, in cui un’effige recita “dove la terra finisce e inizia il mare”.

Vetta Cabo da Roca
Vetta Cabo da Roca

Per raggiungerlo torniamo a recuperare l’auto per poi spostarci in direzione sud e raggiungere la capitale: Lisbona, con la sua storia e i vicoli che fervono di vita giorno e notte.

Lisboa

LX Factory Lisbona
LX Factory Lisbona

La breve permanenza a Lisbona non ha consentito un giro completo della città, ma ci ha imposto di scegliere con cura le destinazioni. La prima sera è toccato al Barrio Alto, con la sua frenesia di locali e fragranze provenienti da varie parti del mondo; consiglio di dirigersi altrove per la cena, scegliendo un luogo più tranquillo, per poi arrivare lì successivamente.

Il giorno dopo abbiamo scelto la zona del fiume, il Rio Tejo, con colazione alla storica pasticceria Pastéis de Belém; d’altronde dove poter degustare, se non nel luogo originale, il pastél, famoso dolce portoghese che si trova in ogni dove. Consiste in una sorta di “cestino” di pasta sfoglia con ripieno di uova e panna caramellato in forno per creare il caratteristico strato superiore. Il locale sembra erroneamente piccolo da fuori, ma entrando e girando alla sinistra del bancone si scoprono altre stanze , in totale ci sono infatti a disposizione più di 400 coperti. Ok ok, non preoccupatevi però, non vi ci vorranno 2 ore per sedervi, la coda per avere un posto a metà mattina, quindi un orario di punta, è stata di circa 20 minuti; da questo punto di vista sono decisamente (e necessariamente) molto organizzati, per cui anche senza la prenotazione per riservare un posto in un giardinetto all’aperto l’attesa è fattibile. Passando dai corridoi si vede anche la cucina, dove vengono sfornati ogni giorno migliaia di pastéis.

Come fare i pasteis de nata
Pasteis de nata cucinati sul momento

A pochissima distanza da lì si arriva, in ordine, al Monastero dos Jerónimos, un’imponente struttura terminata nel XVI secolo e in seguito alla celebre Torre de Belém, nei pressi della quale si erge un monumento ai viaggiatori che ricorda la storia marittima di esploratori di questo Paese.

Monumento Viaggiatori Torre Belém
Monumento ai Viaggiatori nei pressi della Torre Belém

Un luogo particolare di Lisbona che abbiamo visto è LX Factory, una sorta di Camden Town portoghese, ricavata in una ex zona industriale editoriale e tessile della fine ‘800, dove un tempo si stampava carta e prendevano forma tessuti. Ora graffiti e mercatini si sono impossessati delle pareti e dei locali.

LX Factory
LX Factory

Dove mangiare a Lisbona

Cena in Portogallo fa rima con pesce e dato che a proprio a Lisbona c’è un grandissimo mercato coperto dove la materia prima non manca, ci dirigiamo lì. In pratica è un grande self service, in cui su ogni lato si trovano tanti piccoli chioschi che offrono pesce cotto al momento, abbinato ad altre prelibatezze di contorno e serviti mediamente con cura. A dispetto del nome “mercato” non è il luogo dove consumare una cena a modico prezzo, ma la materia prima mi è parsa di buona qualità e l’atmosfera molto bella e informale.

Mercato del pesce di Lisbona
Mercato del pesce di Lisbona

L’interculturalismo di Lisbona

Se dovessi menzionare qualcosa che mi è rimasto della città, è la parvenza che la l’intreccio di culture differenti avvenga in modo del tutto naturale e senza attriti, come se davvero ognuna venisse assorbita mentendo la propria identità senza entrare in conflitto con le altre. A Lisbona termina purtroppo il viaggio per un componente del gruppo, per cui da lì in avanti rimaniamo in 3. L’unico piccolo rimorso rimane non aver potuto visitare il Museo di Arte Contemporanea Berardo, ma sarà una scusa per tornare.

Fare surf vicino a Lisbona

Timoniere, rotta verso sud! Parco Natural de Suroeste Alentejano e Costa Vicentina in particolare, per approdare ad Aljezur, un paesino di surfisti che funge da base per raggiungere, tra gli altri, la Praia de Odeceixe, una grande spiaggia situata all’estuario di un fiume. Qui è possibile sia rilassarsi in spiaggia che fare una lezione di surf, a piacimento, le onde che troviamo però sono più impegnative rispetto a Peniche.

Sagres

Quest’oggi è la volta di Sagres. Alloggiamo al Natura Surf Camp & Hostel, davvero carino e anche qui si organizzano lezioni sulla tavola. Molti qui passano la giornata in spiaggia, magari a Praia da Mareta o Praia do Tonel mentre la sera si spostano sulla costa, in particolare a Cabo São Vicente, dove nei pressi di un faro abbiamo goduto di quello che rimane per me uno dei più bei tramonti mai visti. Il cielo terso che si tinge di rosso mentre il sole scende verso la linea dell’orizzonte e le scogliere sferzate dal vento che si ergono sul mare per 70 metri verticali sono qualcosa che davvero mi è rimasto nel cuore.

tramonto sagres
Tramonto Sagres

Non fosse per la temperatura che scende rapidamente insieme al sole e il vento, rimarremmo a dormire lì in tenda tra i cespugli, ma rientriamo in ostello e dopo una visita ai due pub principali, ci prepariamo per uno dei posti più caratteristici dell’Algarve che ci attende il giorno seguente.

Benagil

Si tratta di una grotta enorme e cava sul “soffitto”, proprio al centro. Si può accedere dal mare, con una piccola barca, un kayak, un sup oppure anche a nuoto partendo dalla spiaggia adiacente; esiste anche un trekking chiamato Percorso dos Sete Vales Suspensos , che passa esattamente sopra alla grotta per cui si può vedere l’interno. La bellezza del luogo è indiscutibile, l’unico difetto, purtroppo non trascurabile, è letteralmente l’abuso che viene fatto ogni giorno dalla massa di turisti e tour in barca organizzati. Eravamo effettivamente stati messi in guardia sull’affollamento, ma mai mi sarei immaginato una situazione simile. Noleggiando un sup e costeggiando la costa, non è stato impossibile addentrarsi nella miriade di piccole grotte naturali scavate che si trovano nelle vicinanze, perché a “disposizione” delle imbarcazioni che passavano circa ogni 30 secondi, per entrare e uscire semplicemente.
Un po’ straniti da questa situazione, mai trovata lungo il nostro viaggio, ci siamo spinti oltre per trovare una spiaggia tranquilla in un’insenatura.

Grotta Benagil
Grotte Benagil

Si potrebbe dire: “ma se c’eravate anche voi da turisti, che diritto avete in più rispetto a tutti gli altri intorno a voi?”. Idealmente vero, però penso che il godimento di un luogo e della bellezza della sua natura sia una cosa, lo sfruttamento intensivo e indiscriminato un’altra. Il secondo infatti si dimostra ben remunerativo nell’immediato, ma alla lunga, una volta consumato, porta gli stessi turisti noncuranti del proprio impatto a rendersi conto del deperimento e a essere costretti a loro volta a migrare verso altri lidi.

In definitiva, una volta terminato il giro con i sup, siamo scappati per raggiungere l’ultima tappa (portoghese) del nostro viaggio.

Faro

Non saprei spiegare esattamente come, ma lì si inizia a respirare un’aria decisamente più mediterranea, come se l’oceano non lambisse le sue coste. Sarà un’influenza delle temperature progressivamente più alte! Passeggiando per le vie centrali mi ha colpito una sorta di vecchia cabina telefonica, che si è rivelata essere una cabina di lettura, in cui entrare e scegliere gratuitamente un libro per poi sedersi sulla panchina a fianco e leggerlo… bellissima iniziativa!

Il giro è stato comunque breve, dovevamo infatti raggiungere il porto per partire con la barca verso l’Ilha da Culatra, un’isoletta situata all’estremità esterna della laguna intorno a Faro, in cui si arriva in 40 minuti circa e dove troviamo un lunghissimo pontile che agevola la camminata tutto intorno. Non ci siamo fermati nella prima parte proprio perché ancora un po’ lagunare, quindi poco adatta per un tuffo, mentre proseguendo verso la parte opposta la spiaggia è decisamente più pulita. Finalmente la permanenza in acqua è un po’ più lunga viste le temperature più miti! Per fortuna abbiamo con noi abbastanza crema solare, sull’isola infatti non c’è traccia di un riparo dal sole ad esclusione di un bar presso la zona di attracco delle barche.

L’ostello di Faro è uno di quelli con le camere piuttosto piccole e i letti vicini che si trovano in città, ma non ci preoccupiamo troppo perché abbiamo la possibilità di restare una sola notte, dato che l’indomani è ora di tornare. Un volo ci attende in mattinata per fare scalo ad Amburgo e poi rientrare a Milano il giorno successivo. Questa serie di scali ci ha permesso di contenere il costo del viaggio in un periodo non tra i migliori per quanto riguarda questo aspetto, però devo dire che anche la città tedesca sia stata piacevole da visitare, avendo avuto un pomeriggio e notte a disposizione.

Dentro il viaggio on the road

Murales Faro

Dovendo fare una riflessione sul viaggio, direi che le aspettative (alte) nei confronti di questo Paese sono state tutte soddisfatte. Sicuramente non è un tipo di vacanza rilassante: spostarsi quasi ogni giorno può non essere per i gusti di tutti, ma rimanere fermi in un luogo per 10 giorni a ricaricare le batterie non era quello che cercavamo. C’è da dire che la distanza ragionevole tra Oporto e Faro, 550 chilometri, ci ha permesso di suddividere gli spostamenti giornalieri in modo più che ragionevole; non abbiamo infatti mai passato più di 2 ore e mezza in auto, però sconsiglierei di farlo in meno di una settimana, a meno che non abbiate già visitato una buona parte e vogliate fare soltanto 2 o 3 tappe lungo il percorso.

Ci siamo lasciati alle spalle tanti luoghi in cui saremmo rimasti volentieri più a lungo, ma lo spirito di spostamento e avventura ci ha sempre motivato a ripartire. Ciò che personalmente ho apprezzato molto è la varietà delle attività fatte, dall’aspetto culturale di visita delle architetture, a quello eno-gastronomico, il confrontarsi con un nuovo sport, la vita di mare e quella notturna, il contatto con la natura, l’intreccio di culture e idiomi diversi.

Tornerò sicuramente per visitare il museo di arte contemporanea di Lisbona, fare qualche lezione di surf con Miguel e magari qualche sentiero in mountain bike nei pressi di Cascais. Già, la mia bici, ho deciso di abbandonare le due ruote per queste due settimane di vacanza, per staccare dalle abitudini, ma ora sono ben contento di tornare a girare per sentieri! A presto!

2 pensieri su “Viaggio on the road: il Portogallo da Nord a Sud

  1. giusymar ha detto:

    Che bel giro!
    Ho letto tutto con piacere.
    Sarò ad Oporto tra un paio di mesi. Mi piace molto il Portogallo, mi rilassa ed allo stesso tempo mi fa sentire bene. E’ una strana sensazione, sicuramente piacevole.
    Belle anche le foto.

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