Testimonianze | #RossaDiSera

Cronache dalla Zona Rossa, da leggere insieme per sentirci un po’ più uniti. Storie personali, diversi punti di vista sul mondo. Specialmente quando tutto sembra essere improvvisamente cambiato.

San Pietro dal buco della serratura

Roma si è fermata. Nessuno di noi lo avrebbe mai creduto possibile. Le strade si sono svuotate, i telefoni hanno cominciato a suonare raramente e ricevevamo poche mail. Abbiamo resistito qualche giorno ma nulla era più come prima, al bar si entrava scaglionati e a distanza, abbiamo annullato tutte le riunioni e smesso di aprire la porta a chiunque. Poi ci hanno detto di stare a casa, ho salutato il portiere dello stabile dove c’è il mio ufficio con una finta allegria, dentro me speravo di rivederlo presto in salute. La quarantena mi ha rallentata, per fare una cosa impiego il triplo del tempo, non sono attenta e dimentico in continuazione le cose. Rispetto a prima ho un po’ più di tempo per allenarmi o leggere un libro ma nonostante dorma molto mi sento sempre stanca. Il silenzio di Roma è assordante , spezzato solo dai canti dal balcone e dal suono delle campane della chiesa di quartiere. Noi ci siamo fermati ma il mondo è andato avanti. La natura si sta riprendendo i suoi spazi, le anatre fanno il bagno nella Fontana della Barcaccia a Piazza di Spagna e gli animali ripopolano boschi e parchi. Spero che useremo questo tempo per guardare a fondo nella nostra vita e tornare al mondo senza fretta, rispettando la natura e smettendola di rincorrere un cieco consumismo che ci ha reso biechi, avidi e arroganti. Stavamo andando troppo di fretta, dovevamo fermarci. Ora che siamo obbligati a farlo riprendiamoci il tempo e costruiamo un mondo migliore.

Giovanna M.

coronavirus visto dagli inglesi

Questo articolo è stato scritto da un signore inglese e risale al 1 aprile 2020. Si tratta del suo secondo pezzo, perché ora ha più tempo e… voglia di raccontare a noi italiani cosa succede non molto lontano.

Dopo poco più di una settimana in isolamento (“lockdown”), ho pensato che condividerei con voi delle esperienze della vita qui in Inghilterra.
Come molte persone, ho seguito la notizia della situazione in Italia durante gli ultimi due mesi e, a causa del mio amore per il Paese e per la sua gente, ho sentito il vostro dolore e la vostra tristezza. Allo stesso tempo, non avrei quasi potuto credere che le cose anche si fossero riflesse qui, ma ancora
siamo qua al lockdown.

Il mio posto di lavoro in effetti è stato chiuso e non è il tipo di lavoro che si può fare da casa. Come molte persone, l’80 per cento del mio stipendio sarà pagato dal governo, ma ci sono molte persone (come mio fratello) che non sono in una posizione così sicura. In ogni caso, non posso iniziare a calcolare l’impatto economico a lungo termine in tutto il mondo. Né cerco di farlo, perché l’attenzione in questo momento è lo sforzo di proteggere il maggior numero possibile di vite, indipendentemente da ciò che comporta.

All’inizio, il lockdown sembrava come un soggiorno: vale a dire una pausa dal lavoro, un’opportunità per rilassarsi un po’, per chiacchiere con amici su Skype, WhatsApp, Zoom eccetera. Il famoso senso dell’umorismo britannico era vivo e vegeto, con molti video divertenti che sono stati diffusi e scherzi condivisi… per esempio:
“Hai sentito che la polizia adesso ha il potere di rottura dei gruppi?”
“Sì. Spero che comincino con Coldplay!”

Anche il mio gatto sta facendo il distanziamento sociale; non mi porta più un regalo di un topo o un uccello. Adesso lui mantiene la sua distanza dagli altri animali!
Dappertutto i posti sono come città fantasma. Rimane l’infrastruttura, ma non c’è nessuno. Facciamo la fila per entrare al supermercato, manteniamo una distanza di due metri e proviamo a comprare solo ciò di cui abbiamo realmente bisogno. Il resto del tempo siamo a casa, solamente uscendo dalla casa per fare una breve passeggiata.

Ho visto il meglio e il peggio del comportamento umano. C’è stato un appello per cercare di reclutare 250.000 volontari, al fine di consegnare cibo e medicine alle persone più vulnerabili in isolamento, oppure per telefonargli per avere una conversazione amichevole. Dopo 24 ore, già c’erano 250.000 volontari, dopo altri tre giorni c’erano 750.000 volontari registrati. In momenti così sono veramente orgoglioso della mia nazione. Se c’è una cosa bella che possa emerge da questa crisi, certamente è l’unità del nostro popolo, cioè un senso di comunità perduto da tempo.
Una nazione che, fino a poco tempo fa era divisa a causa della Brexit, si è riunita quando ci siamo resi conto che siamo tutti in questa situazione insieme. Che paradosso che l’isolamento sociale può avvicinarci l’uno all’altro.

Altre volte sono disilluso dalle azioni degli altri. Ci sono stati certe persone che hanno comprato in panico, non lasciando nulla sugli scaffali dei supermercati per gli altri, solo per più tardi buttare via il cibo sprecato. Ci è stato detto di non fare viaggi inutili, ma due giorni fa la polizia ha intercettato un uomo che stava tornado a casa in macchina. Lui stava facendo un viaggio di 220 miglia in totale per recuperare alcune finestre usate che aveva acquistato online. Dal momento che, a causa delle finestre abbastanza grandi, non c’era spazio sui sedili della macchina, sua moglie
stava viaggiando nel portabagagli. A un villaggio, da qualche parte, mancava il suo idiota quel giorno.

Durante gli ultimi pochi giorni, aumenta il numero di decessi e ci è stato detto che aumenterà ulteriormente. Non sono solo gli anziani che morirono. Anche le persone di mezza età sono diventate vittime del virus, nonché un consulente ospedaliero della città vicino a me. Solo ieri sera il telegiornale ha parlato di due adolescenti morti a causa di Covid-19.
Come Paese, ci prepariamo per l’inevitabile picco della pandemia e accettiamo che le cose peggioreranno prima che migliorino. Ora comprendiamo che il nostro dovere civile è quello di proteggere quante più vite possibile e cercare di limitare la diffusione del Coronavirus.

Rimanete forti. State al sicuro. E, soprattutto, restate a casa.

Neil H.

coronavirus-italia

Questa storia fa riferimento a fatti avvenuti il 25 febbraio ed è stata scritta in italiano da una signora inglese.

Due settimane fa, in Italia

Ciao Barbara!
La data di quando abbiamo parlato il più recentemente è venerdì 28 febbraio. Meno di un mese.
Abbiamo chiacchierato di lavoro, di piani, e forse del problema del virus in Lombardia. Quante cose sono cambiate. Incredibile e surreale.
E nel frattempo ho fatto una vacanza. Una mini-vacanza.

Il 7 marzo, Paul, mio marito, ed io, andiamo in Italia. Abbiamo valutato attentamente la situazione, ma questa volta, ci sono meno casi di coronavirus in Alto Adige che in Oxfordshire, dove abitamo. Non c’è avviso ufficiale di non andare. La nostra assicurazione non supporta la cancellazione. E tu, Barbara, mi hai detto che la gente lì ci apprezzerebbe per la nostra fiducia in loro. E comunque, non vediamo l’ora delle nostre vacanze invernali.

Certamente, facciamo una vacanza indimenticabile a Selva. Arriviamo sabato. Un viaggio semplice e senza intoppi. L’anticipazione della strada, contorcendosi verso le montagne.

I rappresentanti ci assicurano che le condizioni della neve sono perfette, tutto è aperto e le piste sono tranquille. Perché i milanesi non ci sono più.
Domenica, facciamo la bella esperienza di sciare sulle montagne stupende, con le piste vuote, il sole splendente, la neve abbagliante. Mi sono ricordata come sciare, nonostante i tredici anni dall’ultima volta in cui ho provato. Al rifugio, prendiamo una birra e guardiamo le Dolomiti: grigie, affilate, stagliate verso un cielo azzurro. Pranzo con una vista sulla valle di Corvara. Sciamo lungo il sentiero di montagna fino al paese sottostante. Pianifichiamo la nostra settimana.

La mattina seguente, lunedì, tutto cambia, con un annuncio che il resort avrebbe chiuso. Oggi sarebbe il giorno finale. E il nostro hotel avrebbe chiuso anche, dopo questa notte. Ci hanno detto che i dipendenti, naturalmente, vogliono tornare a casa.
Abbiamo avuto una giornata di sci nuvolosa e innevata. Un’atmosfera sommessa. Confusione su skipass, noleggio sci, rimborsi. Mi tuffo dentro la salumeria per un souvenir. Offro le mie simpatie alla commerciante. Lei scrolla le spalle. “È un casino.”
L’agenzia di viaggio ci ha trovato un altro hotel e ha cominciato a fare i piani per tutti clienti di evacuare il paese, probabilmente il mercoledì.
Martedì, Selva è una città fantasma. È grigio e nevoso. Facciamo una passeggiata. Non vediamo nessuno. Gli hotel di lusso e gli appartamenti sono deserti. Troviamo un bar aperto, con un giovane che serve panini a qualche visitatore. Chiuderà domani, l’ultimo caffè nella cittadina.

Nel nostro nuovo hotel ci sono dipendenti gentili e una proprietaria accogliente. “Rimaniamo aperti finché abbiamo ospiti, e voi siete benvenuti” dice. Stanotte ci sarebbe stata la loro serata di gala. Ci mettono davanti quattro piatti con un gentile augurio. Vi consiglio l’Hotel Aaritz.
Diciamo alla proprietaria che vogliamo tornare in estate, per vedere ancora le montagne. Luglio è il meglio, dice, prima che vadano via i fiori.

Stasera l’agenzia ci spiega che ha organizzato tre voli da Verona. La gente che torna a Manchester e a Bristol è inclusa nel nostro volo. C’e molto umorismo inglese quando discutiamo sul nostro futuro isolato. La mattina seguente tutti fanno i panini dal buffet. I dipendenti dell’hotel ci prestano coltelli e pellicola trasparente e ci invitano a prendere tutto ciò che vogliamo.
La strada verso Bolzano è vuota. Dopo, sull’autostrada, ci sono più segni di vita. Qualche operaio sta lavorando sulla strada. Alcuni sono nei vigneti o fanno jogging. Molti camion si stanno dirigendo a nord sull’autostrada.
A Verona ci sono i soldati con le mascherine e le istruzioni di stare separati di un metro (ma noi già siamo stati sull’autobus, tutti insieme…). Qualche dipendente porta le mascherine e i guanti, altri no. Siamo sull’ultimo volo. I dipendenti della linea aerea sono seri. Potrebbe essere il loro ultimo
volo. Anche le aziende aeree chiudono.

Una scena differente a Birmingham. Ci aspettiamo di essere trascinati in fretta, di essere tenuti separati. La gente folle che è stata in Italia. Ma niente. Ci mescoliamo con i passeggeri che arrivano da un altro volo. Nessuna precauzione, nessuna indicazione, niente. La Gran Bretagna continua come sempre.

Laura P.

Il Meal Planning

Le misure per il contenimento del contagio parlano chiaro: bisogna uscire di casa solo per reali necessità, come per esempio fare la spesa.
Per evitare di comprare cibo superfluo o di dimenticare prodotti fondamentali, mai come in questi giorni mi è tornato utile la compilazione dettagliata del Meal Planning.

In cosa consiste?
È una semplice tabella dove, per ogni giorno della settimana e per ogni pasto della giornata, va inserito quello che vorremmo mangiare. Una volta deciso tutto il menù settimanale, non resta che stilare la lista della spesa in modo da avere una lista precisa di tutti i prodotti necessari per la realizzazione delle nostre ricette.

Alcuni piccoli consigli:
1. Prima di compilare il meal planning, guardate cosa avete in casa, in modo da far rientrare il cibo già a vostra disposizione nel menù settimanale;
2. Come linea guida, potete utilizzare la piramide alimentare della dieta mediterranea per riuscire a variare le pietanze sulle vostre tavole;
3. Per non rendere monotono il tempo impiegato in cucina, aggiungete una volta a settimana una nuova ricetta e sperimentate!

Alice A., Piacenza

Il cielo stellato

Dalla finestra in mansarda riesco a intravedere le stelle. Che bello il cielo stellato in primavera. Mi perdo per qualche secondo in un respiro profondo, prima di ricadere nelle nubi che stanno ricoprendo la mente e il cuore. Ansia, paura, incertezza, sirene di ambulanze, notiziari.

La mansarda, la mia vecchia nuova dimora per stare vicino ai miei cari in questo periodo rosso, per non dire nero. È un momento difficile, soprattutto per l’amore, soprattutto per chi in prima linea sta lottando per il benessere di tutti noi. Nel mio piccolo questo momento mi sta dando un’opportunità: ritornare ad amare. Amare i propri cari, amare i propri amici, amare i vicini di casa, amare la propria nazione, amare il prossimo.

Spesso ci sono amori, come quello per la famiglia, che vengono dati per scontati e vengono trascurati, magari per un aperitivo, per una cena, per un impegno dell’ultimo minuto, tanto si sa che la famiglia c’è sempre. Ma ora non c’è nessuna scusa per poter non passare del tempo con i miei genitori, ed ecco che tradizioni e ricordi ritornano alla mente, una partita a carte, un film sul divano, una canzone.

Situazioni che ormai erano solo ricordi, sono tornate reali e sono così belle e piene di emozioni. Poi c’è il mio Amore, che è lontano, che non può stare con me perché siamo divisi da questa situazione più grande di noi. Non so quando ci rivedremo e ci potremo riabbracciare, cerco di non pensarci per non cadere in un vortice di pensieri ansiosi, e quindi spero ed aspetto con ansia il momento in cui tutto finirà e resisto per vivere l’emozione del primo nuovo abbraccio.

Vicino a me però ci sono altri 2 amori, un po’ buffi, d’altronde si dice tale cane tale padrone no? Anche loro in un certo senso capiscono che qualcosa non va, ma ci sono sempre per dare conforto con una “sbavussata” e per strappare un sorriso nei momenti di sconforto, quando al posto di sentirti una roccia, ti senti più una gelatina.

È sicuramente un periodo difficile, tragico, terribile e lo è per la mente e per il cuore, ma ogni giorno l’amore che provo è più forte e con tutta questa potenza caccerà le nubi e vedrà indisturbato il cielo stellato.

Roberta, Piacenza

racconto dall'inghilterra

Nota dell’editore: questa riflessione mi è stata inviata da un mio studente inglese, il 15 di marzo. Il testo non è stato tradotto, ma scritto di prima mano in italiano, nonostante la sua lingua materna sia l’inglese. Ho deciso di non apportare correzioni alla versione originale, perché penso che così sia stupenda.

Ciao Barbara.

Dopo che io abbia ricevuto il tuo email, ho deciso di scrivere qualcosa (dopo che mi sono lavato le mani) per dare una prospettiva da Inghilterra.

Certamente, viviamo in tempi senza precedenti. Qui in Inghilterra, la paura e l’ansia sembrano diffondersi più rapidamente del virus. Quindi, credo che sia più importante che mai diffondere gentilezza.

Guardiamo i nostri amici in Italia e la loro situazione, e sappiamo quello che arriverà. Il nostro governo ha, fino ad ora, seguito una strategia diversa di quello degli italiani. Così tanto che alcune persone qui ha detto che il governo non stanno facendo di abbastanza e la loro strategia può essere sintetizzato come segue, in modo umoristico (scusa Barbara, il seguente è lo stesso del video che ti ho mandato prima con WhatsApp):

Fase uno: Non succederà niente.
Fase due: Potrebbe succedere qualcosa, ma non dovremmo farci niente.
Fase tre: Forse dovremmo fare qualcosa al riguardo, ma non c’è niente che possiamo fare.
Fase quattro: Forse c’era qualcosa che avremmo potuto fare, ma ormai è troppo tardi!

Chissà se abbia ragione il nostro governo. In ogni caso, preferisco rimanere positivo e ripetere il mantra “andrà tutto bene”.

Ho chiesto ai nostri amici in Italia se sia un grande problema, ora che tutti i ristoranti sono chiusi. Mi hanno detto che, purtroppo, tutti i ristoranti consegnano a casa, compreso la pizzeria, la pasticceria e la gelateria. Insomma, stanno ingrassando a casa e, quindi, sembra che un sintomo del virus è avere una pancia più grande!

Ho appena sentito che il presidente degli stati uniti oggi ha dimostrato di essere negativo per il virus; allo stesso tempo, lo hanno testato per i cervelli, ma purtroppo il risultato del test è stato lo stesso.

Almeno il virus ha smesso tutte le persone qui di parlare su Brexit!

Allora, sto solo scherzando, io so certamente che la situazione è molto grave per tutto del mondo e esorto tutti a rimanere forti e uniti e possiamo combattere questa situazione orrenda insieme.

Un abbraccio (oppure un tocco al gomito)
Neil.

Neil, UK

Nota dell’editore: questa riflessione mi è stata inviata da una mia studentessa americana, il 15 di marzo. Il testo non è stato tradotto, ma scritto di prima mano in italiano, nonostante la sua lingua materna sia l’inglese.

Oggi la nostra situazione è cambiata rapidamente sulla costa orientale degli Stati Uniti. New York sarà in totale blocco nei prossimi giorni. Washington DC ha chiuso tutte le scuole e gli eventi per 6-8 settimane e gli aeroporti potrebbero chiudere. Oggi alla fine è stato detto alle persone di età superiore ai 60 anni di rimanere dentro. Il mio mondo è cambiato come quello di tutti. Sto piantando un giardino di primavera e praticando il mio italiano oltre a suonare la mia chitarra. La mia cucina è diventata abbastanza creativa. Dall’altra parte della strada da casa mia puoi vedere che la nostra primavera è arrivata. Ecco il nostro nuovo cucciolo di nome Augustus e il nostro cortile oggi. È arrivata la bella primavera.

Kim, Washington DC

racconto dall'inghilterra

Nota dell’editore: questa riflessione mi è stata inviata da una mia studentessa inglese, il 16 di marzo. Il testo non è stato tradotto, ma scritto di prima mano in italiano, nonostante la sua lingua materna sia l’inglese.

Noncuranza o reazione eccessiva?

Tutti parlano del coronavirus; è impossibile scappare da lui. È difficile comprendere la gravità della situazione qui vicino. Vivo in una regione rurale al confine tra Worcestershire e Herefordshire e al momento, ci sono quattro casi nelle due province. Ovviamente, parlo dei casi confermati. Senza dubbio, ci sono molte più persone che soffrono di questa malattia. Probabilmente, la maggior parte dei pazienti avrà una malattia lieve. Sfortunatamente alcuni di loro diventeranno gravemente malati.

Credo che la cosa peggiore in questa situazione sia l’insicurezza – non sappiamo che cosa succederà. I giornali popolari non stanno aiutando la situazione con i loro titoli spaventosi che hanno creato panico. Possiamo vedere gli effetti nei supermercati con i loro scaffali vuoti. Non ci fidiamo dei nostri politici e perfino gli esperti non sono d’accordo; alcuni dicono che la strategia del governo è corretta però ci sono altri che dicono che dobbiamo seguire l’esempio di altri paesi come l’Italia.

Anche se ogni morte è una tragedia per la famiglia e gli amici, anche l’economia sarà una vittima del virus. Molte persone perderanno il loro lavoro e ci saranno molte bancarotte. A oggi, in Inghilterra, non c’è nessun consiglio ufficiale rispetto a quarantena totale, comunque la gente sta prendendo le loro decisioni di evitare luoghi pubblici. Dove abito, alcuni eventi sono stati cancellati e il centro della città è abbastanza vuoto.

Per quanto mi riguarda, non ho paura di questa infezione, pero ho paura della quarantena. Dato che vivo da sola, ho bisogno di andare fuori e socializzare. Non c’è nessuno sostituto del contatto umano.

Caroline, UK

testimonianze durante la quarantena

Volevo condividere qualche riflessione incoraggiante, dato che in tanti ci troviamo nella stessa condizione in questo momento particolare, che certamente non dimenticheremo ma che magari domani ci strapperà un sorriso tornando con la mente a questi giorni eccezionali.

Dato che per mia natura cerco di vedere il lato positivo delle cose, pensando che concentrarsi sul negativo non aiuti a migliorare la giornata, nei giorni scorsi mi è venuto in mente un aspetto positivo che questa situazione sta creando di riflesso, ossia che questo stop forzato di varie attività sta nettamente migliorando la qualità dell’aria che respiriamo, soprattutto in pianura, in cui i livelli di particelle tendono ad essere particolarmente alti.

Non solo, pensiamo soprattutto alla Cina, in cui si concentra una grandissima parte della produzione mondiale, con controlli molto
scarsi o quasi nulli sulla compatibilità ambientale dei processi, che si è fermata per oltre un mese. Oppure agli Stati Uniti, che lo vogliano o no saranno costretti ad adottare misure simili alle nostre, con conseguente beneficio sull’ambiente.

Nel mio fantasticare mi è quasi sembrato un tentativo estremo di “Madre Natura” di farci fermare a riflettere su quali di tutte le nostre necessità siano quelle effettivamente indispensabili e di quali possiamo fare a meno. Insomma da questa situazione potremmo trarre beneficio con comportamenti virtuosi da utilizzare anche domani.

Per coincidenza (o forse no?) ho trovato un articolo di Forbes che parla appunto di questo “boomerang positivo “ generato dal Coronavirus, di cui vi lascio il link qui, nel caso vogliate leggerlo. In pratica con queste limitazioni ci stiamo facendo un doppio favore!

Allo stesso modo, in questi giorni di “reclusione forzata” potremmo dedicarci alla lettura di un libro che non riuscivamo a terminare, approfondire qualche tema/competenza che ci interessa, o pianificare un viaggio per quest’anno, in modo da poter pensare a questi giorni come un’opportunità. Io in particolare nei miei ritmi abituali fatico un po’ a trovare la tranquillità di dedicarmi a queste attività avendo sempre altro da fare.

Anche questo articolo è un’opportunità creata dal Coronavirus e alla fine sono contento di aver avuto il tempo di scriverlo!

Alessandro R.

#iorestoacasa e vi lascio una ricetta così buona, che vorrete starci anche voi per prepararla. I miei biscotti super burrosi sono a prova di Coronavirus: niente solleva gli umori come loro! – Alice

250 gr burro
200 gr zucchero canna
100 gr zucchero bianco
2 uova
350 gr Farina
1 cucchiaino di bicarbonato
1 cucchiaino di amido mais
200 gr di cioccolato

Montare con le fruste elettriche o planetaria il burro ammorbidito e lo zucchero in modo da ottenere un composto morbido ed omogeneo. Incorporare le uova una alla volta, sempre con l’aiuto delle fruste elettriche.
Unire al composto la farina, il bicarbonato e il mais. Una volta che il tutto si è amalgamato, aggiungere il cioccolato.
Formare delle palline, disporle su un piatto e porre in freezer per 30 minuti.
Preriscaldate il forno a 180 gradi ventilato.
Trascorso il tempo o necessario, togliere le palline dal freezer e disporle a una teglia ricoperta di carta forno. cuocere per 25 minuti.

Alice A.