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Premessa: libertà di espressione quando la libertà è limitata
Ogni tanto mi ricordo il motivo primario per cui ho iniziato a tenere questo blog. Mi trovavo a vivere la mia prima vera grande esperienza all’estero, in un luogo per me nuovo, di cui ho sentito la necessità di raccontare la quotidianità. Qualche volta vado a rileggere quegli articoli spontanei che scrivevo per raccontare la mia vita a Barcellona e che oggi sono diventati la più vivida testimonianza di quei giorni felici. Un tesoro che – pur non essendo minimamente indicizzato sui motori di ricerca – per me vale molto più di tutta la visibilità su Google.
Ora che mi ritrovo a vivere una nuova quotidianità, piombata addosso a me così come alla maggior parte delle persone che stanno vivendo questa epidemia (ancora non voglio parlare di pandemia) da Coronavirus, mi sono ritrovata a domandarmi: Perché non raccontare alla me del futuro questi tempi duri?
Lo so, di certo la maggior parte di voi farebbe volentieri a meno dell’ennesima voce che prova a “raccontare il virus”, pertanto proverò a farlo a modo mio, come un diario di questo periodo (molti hanno già trovato – e argutamente giocato con – parallelismi con il lavoro di Boccaccio e di Shakespeare all’epoca della peste).
Come molti altri stanno già facendo, farò questo per esercitare quella libera espressione personale che – nei momenti di difficoltà – spinge ancora più forte per uscire fuori. Parlo di quella dei professionisti della cultura e anche degli amatori che nella vita fanno altro, ma nel tempo libero amano cantare, scrivere, dipingere, recitare, organizzare eventi sulla lettura, corsi di cucina, scattare fotografie, fare sport, aiutare gli altri a vivere meglio.
Che cos’è #RossaDiSera
Da oggi anche La città nascosta si impegna a fare qualcosa per gli altri, nel suo piccolo: per stare vicini pur distanti, nel rispetto delle restrizioni che il nostro governo proprio oggi, 8 di marzo, ha deciso – certamente con non poca facilità – di adottare per il bene comune. Per limitare il contagio e per evitare che questa situazione si protragga ancora per lungo. Per fare in modo che, grazie ai sacrifici di oggi, possiamo rinascere domani.
Vi propongo quindi una versione un po’ particolare di qualcosa che sul blog è in atto da tempo: raccogliere le vostre storie, raccontare un luogo dal vostro particolare punto di vista. Questa volta, però, quel luogo si trova in un tempo storico speciale, zona rossa o meno. E, come mi piace ripetere a me stessa: se una città è bella con la pioggia, è bella sempre. Figuriamoci con il Coronavirus.
#RossaDiSera diventerà una nuova sezione del blog volta a raccogliere storie di chi sta vivendo nella nuova, allargata, Zona Rossa. Ma anche di tutti coloro che vogliono lasciare una testimonianza del loro particolare punto di vista in questi tempi particolari. I vostri racconti (oppure le vostre ricette culinarie da proporre a chi si trova in quarantena o i vostri video che possano essere utili in qualche modo, anche solo per sollevare i morali) verranno letti dal nostro staff, pubblicati sul blog, postati sui social, inviati tramite newsletter.
Come partecipare: inviare la propria storia #RossaDiSera
Per partecipare, non dovrete fare altro che inviarci la vostra storia via email. Potrete corredarla con delle immagini o altro materiale (per favore, usate WeTransfer se questi sono troppo pesanti).
Come leggere e ricevere le storie
Per leggere le storie #RossaDiSera potete consultare l’apposita sezione del blog qui, seguire la nostra pagina Facebook qui, quella Instagram qui. Per andare sul sicuro, vi consigliamo di iscrivervi alla newsletter.
Non appena una storia sarà pronta ve la manderemo, di sera, così tutti insieme ce la leggiamo prima di andare a letto e ci sentiamo un po’ più uniti.
Comincio io!
Ok, comincio io a raccontare una storia. Potete leggerla cliccando qui sotto, dove troverete anche tutte quelle che raccoglieremo in questo progetto.