Poblenou

Ultimamente la mia vita va avanti di tre mesi in tre mesi. Dopo vortici di angoscia legati al pensiero di un futuro piuttosto imminente e piuttosto incerto, mi sono stancata. Ho visto quanta acqua c’era nel bicchiere mezzo pieno e mi sono finalmente accorta della grande fortuna che ho nelle mani.

E alla fine ci siamo trasferiti e io ho lasciato i miei due lavori, quello del mattino e quello del pomeriggio, per trovarne due nuovi, uno che mi piace zero e uno che mi piace cento (uno paga e l’altro no, indovinate quale? :P). In tutto ciò ho deciso che se mai avrò una figlia la chiamerò Mar, perché ho conosciuto tre Mar e ciascuna di loro sorride sempre. E poi Mar è molto meglio di Mare, anche se quello di Poblenou non scherza in quanto a bellezza.

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Poblenou è il nuovo quartiere di Barcellona dove vivrò per i prossimi 3 mesi ed è meraviglioso. La ragione è molto semplice: perché è vivo, come la maggior parte dei quartieri di Barcellona, ma lui è vivo come il vento che ti rallenta un po’ e ti costringe a prestare attenzione al mondo davanti a te. Palme verdi, bambini che giocano, coppie che si baciano, sportivi che si allenano, amici davanti a un cocktail alla frutta seduti al primo chiringuito. A dire il vero le coppie che si baciano sono spesso dello stesso sesso e proprio quel chiringuito si chiama “Be Gay” … ed è bello così.

Poblenou è attraversato da una ombrosa Rambla: un viale alberato frequentato da famiglie, ragazzi e turisti che si fanno sempre un po’ abbindolare dai ristoratori appostati fuori giusto per accaparrarseli. La verità è che per la prima volta penso che nessuno voglia “fregarli”, perchè il rapporto qualità prezzo dei loro pasti mi sembra ottimo.

La Rambla di Poblenou raggiunge direttamente il mare e l’idea è quella di trovarsi in vacanza lontano da tutto e da tutti, in pace con se stessi ad ammirare il suo profondo blu.

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Poblenou offre anche moltissimi eventi, come la grande festa del barrio a settembre, quando le sue vie vengono addobbate e i suoi abitanti si improvvisano bancarellisti di street food, offrendo ai passanti freschi mojitos fatti in casa o bocadillos farciti.

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L’autentico cibo da strada stile americano lo si può trovare anche all’incantevole Palo Alto Market, un luogo in cui sono già stata due volte, perché è uno di quei posti che mi mette di buonissimo umore. Questo grande mercato all’aria aperta è un concerto di musica, sapori e arte. La lunga fila all’ingresso, che costa solo 3€, è la prova della sua fama e rende grazia alla sua bellezza. Il mio consiglio è di recarvi per pranzo, pazientando se ci metterete in po’ prima di entrare. Qui potrete infatti assaporare una ricchissima paella valenciana, del vero azado argentino, hamburger di ogni gusto e colore, torte al cioccolato vegane, pasticcini biologici, gelato e crepes artigianali. Nel frattempo potrete trovare un capo d’abbigliamento unico tra le creazioni di nuovi stilisti emergenti o i banchi vintage, oppure semplicemente ascoltare musica live dal piccolo angolino allestito con un palco. Le due ragazze che hanno suonato domenica erano brave da mozzare il fiato. I creativi del Palo Alto Market si riuniscono in Carrer dels Pellaires 30 il primo weekend del mese, dalle 9 alle 21.

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Un’altra bella sorpresa è stata per me scoprire che il quartiere è particolarmente frequentato da argentini, un gruppo che mi ha sempre affascinato fin da quando ho iniziato ad avvicinarmi alla sua cultura attraverso lezioni di tango. Qui a Barcellona ho conosciuto due ragazzi argentini con i quali ho trovato subito un grande affiatamento, che detto in parole povere significa che … ce la siamo risa un sacco. Sono persone che amano la compagnia e il buon cibo e che non si stancano mai di viaggiare per conoscere l’Europa, quando finalmente ne hanno l’occasione. Bevono Mate tutto il giorno e quando parlano sembra che cantino, lasciando scivolare le sillabe in un modo che mi suscita un fascino tale per cui mi dimentico di aver compreso solo metà frase. Alla sera se esci con loro sceglieranno solo birra o fernet y cola, la cui combinazione perfetta è tutt’ora ignota, anche se sempre ne sanno valutare la qualità.

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Sabato sera per esempio siamo finiti in in locale argentino, dove la musica era genial, come dicono da queste parti. La verità è che i giovani argentini non ascoltano, nè ballano il tango, pur essendo parte fondante della loro tradizione. I giovani lasciano le milonghe ai veterani, preferendo musica latina, rock, ska … basta che ti faccia voglia di saltare, magari dopo una bella partita a biliardo con gli amici 😉

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