Torni a casa per Pasqua?

La verità è che non hanno usato esattamente queste parole, tutte le persone che in questi giorni mi hanno rivolto questa domanda. Perché la parola “casa” veniva sostituita da “Italia”. Perché per queste stesse persone CASA E’ BARCELLONA.

Queste due settimane sono state tra le più strane della mia vita, laddove la stranezza con il passare dei giorni ha assunto la forma della tristezza, per poi aprire di nuovo uno spiraglio alla speranza. Perché? Tanti motivi. Un nuovo lavoro che non mi piace, un progetto fallito, la mancanza di vacanze se non 3 giorni “di volata”, giusto per la Pasqua. Stavo entrando nel solito vortice di negatività fino a quando, piano piano, ho cominciato a focalizzare l’attenzione sulla vita degli altri. E’ sempre coinvolgente, meglio di qualsiasi film o libro biografico o d’avventura.

Ho conosciuto Angela, che è di Napoli e vive a Barcellona da un anno e mezzo insieme al suo ragazzo argentino. Mi ha spiegato funzioni di Excel che mai avrei usato in vita mia e mi ha offerto un pezzo del suo alfajor, pieno di dulce de leche.

Ho conosciuto Alicia, che parla a bassa voce ma non si arrabbia quando le chiedo se mi può ripetere la frase. Suo padre è diventato vegetariano da poco e il giorno della festa del papà lei non vedeva l’ora di tornare nella sua piccola città nel cuore della Catalunya per assaggiare un sacco di piatti nuovi cucinati per l’occasione.

Ho conosciuto Chiara, che è della mia città. Quando l’ho saputo ho sobbalzato …”flipé“, come dicono qui. Si trova a Barcellona per amore e tutti i mercoledì sera non si perde una puntata de “El Principe”, la soap opera spagnola che parla della storia di Ceuta e Melilla. Oggi non ho saputo resistere e le ho domandato quando avesse capito da che parte stare. Qui o là? Quando hai deciso cosa volessi chiamare “casa”? La risposta in realtà, la sapevo già.

Oggi sono felice, perché domani ritornerò a quella che io chiamo ancora “casa”, ma non l’appartamento, che fortunatamente è ancora troppo nuovo per farsi mancare. Casa è la mia famiglia e quello che amano fare, casa sono le mie amiche e le loro passioni, casa è, purtroppo, anche la mia città con le sue paranoie. Casa è anche da dove scrivo in questo momento, aspettando chi ha reso possibile tutto questo, intenso momento della mia vita.

Penso che mi prenderò tutto il tempo per decidere chi o cosa voglio chiamare CASA. Perché non c’è fretta, se non me lo impongo io, e io non ho voglia di avere fretta.

 

 

 

 

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