Oggi ho pensato tanto a un pezzo bellissimo che ha scritto per me una mia amica, si chiama L’universo parallelo delle scelte scartate. Ci ho pensato perché nel giro di pochi mesi mi sono ritrovata a dover fare scelte importanti e all’orizzonte se ne prospetta una altrettanto … forte.
Fino a venerdì scorso mi sentivo la persona più triste del mondo, scoraggiata dal mercato del lavoro italiano, quello che alla maggior parte delle persone con cui convivo permette di avere una risposta alla domanda “Di cosa ti occupi?”.
Io invece non sapevo mai cosa rispondere.
Ero arrivata al punto di pensare che sarebbe stato bello inventare storie e per esempio dire che al mattino riparo le macchinette delle fotografie e di pomeriggio sono dipendente di un Erotic Shop, mentre per arrotondare il fine settimana mi travesto da mostro e spavento la gente sul trenino della paura del Luna Park (sì, ho spudoratamente copiato tutto da quel meraviglioso film che è Il Favoloso Mondo di Amelie, da me già citato e che citerò ancora un miliardo di volte). Pure la fantasia mi manca, visto?
Così le mie giornate trascorrevano tra mal di testa per le ore passate al pc a compilare format di siti di agenzie interinali famose e anche mai sentite e candidature per posizioni la cui lista delle caratteristiche richieste era sempre più lunga di quella delle mansioni offerte. Potrei andare avanti all’infinito a lamentarmi dei soldi spesi per viaggi rivelatisi inutili, per le ore (dico ore) sudate nella sala riunioni di una qualche azienda spersa nella zona industriale di un paesino del Nord Italia, a più di 100 km da casa, per ottenere la possibilità di … uno stage. E meglio se non vi dica la sua”retribuzione”.
Il fatto è che lo sapevo già. Ero pronta, o almeno credevo di esserlo. Ricordavo bene, quando sono partita, quello che mi sarei lasciata alle spalle… e quando ho scelto di tornare allo stesso tempo ho scelto di affrontare questo muro a testa alta. Ma ho fallito, mi sono lasciata sopraffare dalla fretta e dal ricordo fresco di una vita bellissima, fatta di un’autonomia, di amici e di una casina con una vista speciale, su una città speciale, dove vivono le persone più stimolanti che abbia mai conosciuto in vita mia.
E poi ad un certo punto è successo: la vita ha deciso che era arrivato il momento di ridere, ha fatto una piroetta e ha cambiato strada, con classe. Mentre faceva tutto sto’ giro io ero di là in sala a vedere Peaky Blinders, una serie spettacolare che dovete assolutamente vedere in lingua originale per sentire il forte, meraviglioso, accento irlandese dei suoi personaggi. Con ancora lo sguardo di Thomas Shelby nella mente ho raccontato nuovamente di me, questa volta seduta alla scrivania della mia stanza, questa volta in un’altra lingua. E loro mi hanno dato fiducia, senza raccontarmi frottole.
La Spagna non mi delude mai. Chissà perché questo non l’ho ancora capito … magari è semplicemente uno scherzo del destino, magari ha un significato nascosto, magari è un puro caso. Fatto sta che passano due giorni e di nuovo la vita fa un’inversione di rotta, anzi proprio un salto… ed ora è ancora lì, sospesa. C’è una porta semi-aperta che devo decidere se chiudere o riaprire. Non ho capito ancora se si trova dietro o davanti a me, non ho capito dove sta la fregatura. So solo che me n’ero andata perché me l’avevano chiusa in faccia, ma ora mi stanno chiedendo di tornare. Ci hanno ripensato.
Cerco di concludere questo articolo, che sta pure diventando un po’ palloso. E’ difficile arrivare a un punto perché la storia non è ancora finita, anzi è appena iniziata e rimane decisamente nebulosa. Posso però arrivare a una riflessione: che la vita un modo lo trova sempre, ma solo se tu ti sbatti come non mai.
Continua a lottare, non fermarti mai, e se non ottieni quello che vuoi trova un altro modo.
Una cara amica ha comprato un biglietto aereo ed è andata a vivere in un’altra città.
Va benissimo anche quello del treno per fare una gita in una città che vuoi … io così ho scoperto Bologna.
Rimani a casa ed elabora un piano B: segui un corso che ti appassiona e poi … vai a farti un giro.
Chiama tutti i tuoi amici e parla con loro, raccogli il loro affetto e le loro idee.
E poi osserva, osserva tutto quello che ti sta intorno. Le strade, la gente, le città e quello che nascondono.
Guarda un sacco di film e di serie. Ti sapranno ispirare.
Associa il telegiornale ad un buon libro o, perché no, un fumetto (Grazie Zerocalcare, grazie davvero.)
Ascolta le persone con cui parli e mettiti nei loro panni, è uno dei lavori più belli al mondo.
Vorrei tanto dire a tutti quei pomposi burattinai dei nostri tempi, che siamo capaci di muoverci da soli e
soprattutto
che lo spettacolo deve ancora cominciare