Storie serali di sogni piccolini

Non mi sono mai sentita una persona ambiziosa e forse è proprio per quello che, sul lavoro, non ho mai avuto vita troppo facile.

La scorsa settimana camminavo per le strade di Barcellona, scambiandomi audio con un’amica che vive in Germania e non è mai stata nella città catalana. “Mi sento uno strano magone addosso”, le dicevo, “ma un magone bello, non malinconico. Mi sono resa conto che non mi sono mai sentita tanto felice come nei mesi che ho vissuto qua”. La sua risposta affettuosa includeva una questione a cui non avevo ancora pensato: “Mi raccomando, goditela e non pensare a quello che sarebbe stato se fossi rimasta a vivere lì”.

Quella frase mi fece riflettere, perché un pensiero del genere non mi era mai passato per la testa, in verità. Fortunatamente, i rimpianti non ci stanno proprio dentro la mia testa… non c’è posto per loro.

Non sono mai stata una persona ambiziosa perché non ho mai saputo cosa volessi fare nella vita. Ho sempre avuto un atteggiamento tendenzialmente umile nei confronti delle cose che (non) sapevo fare, facendo costantemente confronti con le qualità degli altri e concludendo che fossero inesorabilmente migliori di me. “Con questo atteggiamento, non sei fatta per il mondo del lavoro”: me lo sono già sentita ripetere tre volte nella mia vita, da tre bocche meschine che credevano troppo a sé stesse e troppo poco nei valori della motivazione e della diversità.

Tutto questo mi ha fatto soffrire e ne sono molto felice. Non tornerei indietro per nulla al mondo, perché se fosse andato tutto liscio, non avrei sperimentato la creatività di chi cerca di sviare il sistema.

Non è facile convivere con la mia testa. Quando ero adolescente, ricordo che un amico mi disse “Ma davvero è questo quello che pensi tutti i giorni? Ma come ci riesci?”. Avevo riso come non mai, perché aveva colto il punto.

E il punto è che un vortice di desideri, ricordi, sentimenti, volti e proiezioni future mi accompagna nell’80% del tempo, spingendomi a superare quel lieve senso di insoddisfazione che si infila nei miei pensieri (lui ci riesce sempre) quando la monotonia si sta avvicinando pericolosamente. Mettiamoci pure un temperamento riflessivo e un innato senso del realismo ed ecco fatto: la pazzia prende la forma del mio nome.

In questo ultimo anno, poi, sto diventando insofferente alla maggior parte dei difetti umani. Ma, riflettendo, sono giunta alla conclusione che ciò che più mi preme di difendere, ciò a cui anelo e che mi porta a compiere le decisioni che prendo è solo una: la libertà.

La libertà è diventata per me intoccabile e meravigliosa, anche a costo di guadagnarmela sacrificando tutto il mio tempo e le mie energie.

No, io non sono mai stata una persona ambiziosa: sogno una casa piccola, mi piacciono le macchine piccole e i miei sogni sono piccoli. E poi arriva Barcellona, con quello splendido “volere è potere” che si respira nelle storie degli abitanti delle sue case.

Ci ho pensato sul serio, di tornare, ci ho pensato così tanto intensamente che quando parlavo con la mia amica viaggiatrice che vive lì da oltre tre anni, sapevo che stavo più che altro tentando di convincere me stessa. “Barcellona è troppo, è troppo bella. Così tanto bella, così tanto ricca di tutto… che sembra quasi finta” le dicevo. Lei mi ascoltava e sorrideva.

La verità è che adoro sinceramente Barcellona. Amo il suo carattere mutevole, il flusso di idee che trasporta nelle sue strade e nelle aziende, i sorrisi di chi esce dal lavoro tardi ma sa che farà ancora  chiaro per un po’, gli inverni nei cinema d’autore, i festival e le tradizionali feste di quartiere, la musica live nei locali e le eccellenze nel campo artistico da scovare in ogni angolo. Ma, più di ogni altra cosa, amo la sua capacità di farmi capire quello che voglio.

No, non sono mai stata una persona ambiziosa, ma sto diventando molto, molto determinata.

3 pensieri su “Storie serali di sogni piccolini

  1. giuliacalli ha detto:

    Batti il cinque, sorella, Barcellona ha avuto lo stesso identico effetto su di me. Anche se non la trovo più perfettamente bella come nei primi anni (ma come succede con tutte le storie d’amore che maturano col tempo 🙂
    —firmato una tipa poco ambiziosa ma con molti sogni 😉

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    • Babi ha detto:

      Ahahahah! Diciamo che la bellezza sta tutta in certe persone che la vivono 😉 Poi mi sembra sempre più veloce, sempre più piena zeppa di persone e di attività e di turismo (davvero troppo), ma – per me che vengo da fuori – è stato bello riuscire a intuire quelle piccole cose che amavo quando vivevo lì.

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      • giuliacalli ha detto:

        È vero, gran parte della sua bellzza la fanno le persone che la vivono. Alla fime è una città sottoposta a molte pressioni contrastanti. La ricerca della bellezza e di uno stile di vita rilassato contro il turismo di massa e la strenua spinta verso occasioni di business. Io continuo a viverla concentrandomi sulle cose che amo di lei, senza arrabbiarmi troppo per il modo in cui a volte si svende 😉

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