Sono appena tornata da un giro incredibile, proprio un giro: un anello, un viaggio on the road di quelli che ti fanno strabuzzare gli occhi dalla meraviglia e che rendono il finestrino dell’auto quello schermo che racconta le storie più intriganti di sempre. Perché quello che vedi attraverso il vetro non sono solo immagini bellissime, sono un mondo di sogni che la tua mente risveglia solo grazie a quei paesaggi.
Tutto è cominciato la mattina dopo Ferragosto, quando incrociando le previsioni meteo dell’Areonautica Militare e di 3bmeteo (i migliori per me) ho capito che sì, si poteva partire. E così apro Booking.com e prenoto subito una notte in un appartamento a Tirano, per tre persone.
L’idea era quella di realizzare il sogno di sempre: salire sul Trenino Rosso del Bernina che percorre un percorso di alta montagna, facendo tappa in paesini e laghi di alta quota della Svizzera, raggiungendo fino 2’256 mt di altitudine. Per riuscire a sfruttare al meglio il biglietto giornaliero del treno (trattandosi di un investimento importante: 62 franchi svizzeri) è consigliabile riuscire a prendere uno dei primi treni del mattino, con partenza alle 7:40, alle 9 o alle 9:40. Partenze successive non sono raccomandate per via del grande affollamento delle carrozze (si rischia di non trovare posto!) e del poco tempo a disposizione per le visite nelle stazioni intermedie (l’ultimo treno di ritorno verso Tirano parte da St.Moritz alle ore 19.48). In ogni caso, gli orari completi potete trovarli qui e magari decidere di dormire una notte in uno dei bellissimi paesini attraversati dal trenino, scegliendo di acquistare il biglietto bigiornaliero (si chiama Tariffa Biglietto Unesco e costa 72 franchi).
Quindi abbiamo deciso di accorciare le distanze e siamo partiti alla volta di Narro, un paesino situato sulle montagne che circondano il Lago di Lecco, sconosciuto quanto basta da stupirti una volta arrivato in loco. Narro infatti è la tipicità fatta a paese, quella senza pretese, quella autentica e vissuta quotidianamente dai suoi abitanti e dai (tanti!) turisti in villeggiatura. Siamo andati lì ospitati nella casa di parenti e abbiamo scoperto una buonissima pizzeria con forno a legna, una serie di sentieri che si possono percorrere a piedi per vivere la zona e anche un B&B a due passi da casa.
Il giorno dopo, partenza alle 6 del mattino e arrivo a Tirano, dopo circa un’ora e mezza di viaggio in auto. E poi il tempo di fare il check in, acquistare i biglietti del treno, un cornetto e un cappuccino … ed eccoci in partenza, comodamente seduti su una delle (poche – il trenino è corto) carrozze rosse. Un consiglio: cercate di stare in testa o in coda al treno … il motivo lo capirete alla prima curva 😉
Bellissimo. Il trenino va piano (non più di 70 km/h) e si infila agilmente nelle strade di paese, passando davanti alla chiesa, a fianco delle auto. E poi sale curva dopo curva, passando da un versante all’altro della montagna per offrire ogni volta un punto di vista diverso sulla vallata, il lago, il ghiacciaio. E i passeggeri osservano quella vita che scivola davanti ai loro occhi, senza fretta, senza troppe parole, senza arrabbiarsi se qualcuno passa loro davanti per fare una foto … perché tutto scorre con calma.
Fatevi un piccolo piano: scegliete il punto dove volete arrivare e poi, dopo averlo visitato magari per pranzo, tornate indietro e fate altre tappe a vostra scelta. In questo modo eviterete di non trovare posto sul treno, ogni volta che dovrete riprenderlo, e potrete gestire meglio il tempo a vostra disposizione. Le tappe che ho preferito sono state Cavaglia, con le sue marmitte scavate dall’antico ghiacciaio, e Poschiavo, con le sue stradine e il mercatino degli artigiani allestito di fronte alla chiesa grigia e bianca.
La sera, a Tirano, abbiamo scoperto una città viva e assaporato i prodotti tipici della Val Tellina come la bresaola o i pizzoccheri, anche se devo ammettere che non saranno mai autentici quanto quelli cucinati da mio zio qualche giorno prima.
Un altro consiglio? Usate sempre TripAdvisor per scegliere dove cenare in un luogo che non conoscete … non vi deluderà.
Infine il rientro del giorno dopo è stato scandito da una bella sorpresa, da un imprevisto e da una ciliegina sulla torta. Quest’ultima: “la tappa gelato” sul Lago di Iseo, uno di quei luoghi che sono belli proprio per il loro essere “a metà”: né mare, né montagna, né città … proprio come il Lago di Como.
La causa dell’imprevisto è stato il navigatore, il vecchio TomTom di mio papà che si ostina ogni volta a farci vivere nuove avventure. Così, distraendoci curva dopo curva, ci guidò fino al Passo del Mortirolo, lungo una strada così tortuosa da farci desiderare di scendere dall’auto. Di fatto, fremevo per sdraiarmi per un momento su uno di quei prati verdi che occupavano tutto il finestrino, per poi pranzare in uno di quei pittoreschi rifugi e con calma scendere a piedi con un bastone di legno come quello dei numerosi escursionisti che incontrammo lungo la strada. Purtroppo non c’era più tempo, ma non mi dimenticherò facilmente di quel luogo per i miei piani futuri.
Se vi avanzasse un giorno di ferie allora consiglio di fare un’ulteriore tappa a Bormio, dove potrete rilassarvi alle terme, magari quelle vecchie, che vi permettono di stare al caldo mentre respirate l’aria fresca di montagna.
Un luogo che mi ha stupito positiviamente è stato Livigno: tanto famoso quanto sopravvalutato d’inverno, si rivela piacevole e divertente d’estate. Livigno è negozi, prodotti tipici e una vallata immensa dove fare sport … perfetto per famiglie, giovani alla ricerca del divertimento, ma anche per gli escursionisti che si incamminano lungo uno dei numerosi sentieri della valle, lontano dal brusio dei numerosi turisti.
Questa è stata la mia gita: in essa ho assimilato tante storie, alcune vere e oggettive, altre frutto della mia immaginazione, che galoppava più veloce del treno. Questo eccentrico serpente rosso fiammante è l’emblema del viaggio e degli incontri, del passaggio e della fuga, dell’essere sospesi tra un luogo e l’altro, muovendosi ma rimanendo fermi allo stesso tempo. Così si apre il sipario sui viaggi di straforo … e non vedo l’ora di raccontare il prossimo.
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