Roma si è fermata. Nessuno di noi lo avrebbe mai creduto possibile. Le strade si sono svuotate, i telefoni hanno cominciato a suonare raramente e ricevevamo poche mail. Abbiamo resistito qualche giorno ma nulla era più come prima, al bar si entrava scaglionati e a distanza, abbiamo annullato tutte le riunioni e smesso di aprire la porta a chiunque. Poi ci hanno detto di stare a casa, ho salutato il portiere dello stabile dove c’è il mio ufficio con una finta allegria, dentro me speravo di rivederlo presto in salute. La quarantena mi ha rallentata, per fare una cosa impiego il triplo del tempo, non sono attenta e dimentico in continuazione le cose. Rispetto a prima ho un po’ più di tempo per allenarmi o leggere un libro ma nonostante dorma molto mi sento sempre stanca. Il silenzio di Roma è assordante , spezzato solo dai canti dal balcone e dal suono delle campane della chiesa di quartiere. Noi ci siamo fermati ma il mondo è andato avanti. La natura si sta riprendendo i suoi spazi, le anatre fanno il bagno nella Fontana della Barcaccia a Piazza di Spagna e gli animali ripopolano boschi e parchi. Spero che useremo questo tempo per guardare a fondo nella nostra vita e tornare al mondo senza fretta, rispettando la natura e smettendola di rincorrere un cieco consumismo che ci ha reso biechi, avidi e arroganti. Stavamo andando troppo di fretta, dovevamo fermarci. Ora che siamo obbligati a farlo riprendiamoci il tempo e costruiamo un mondo migliore.
