opportunità all'estero

Quando la felicità sta tutta in una mail (e se hai meno di 30 anni, potrebbe interessarti)

Che titolone eh? Accattivante ed enigmatico… forse. Il punto è che volevo attirare l’attenzione dei miei coetanei, per parlare di due opportunità in cui mi sono recentemente imbattuta.

Ma facciamo un passo indietro, o meglio una premessa. Ne parlavo ieri, davanti a un calice di prosecco che ho alzato per brindare all’inizio delle ferie (non mie, dato che per un freelancer non esistono in modo ufficiale) e per due buone notizie (questa volta mie).

Complice quel mix di spigliatezza e lucidità mentale che caratterizzano i miei momenti da brilla (quando non si trasformano in sonnolenza e completa opacità di pensiero), ho iniziato ad argomentare con il mio interlocutore quanto amassi la vita di chi resta. Mi riferivo a quel colorato insieme di abitudini quotidiane per lo più legate alla sfera del cibo, perfettamente incastrata in quella relazionale. La conoscenza del territorio, la lentezza dei gesti, la certezza delle consuetudini e degli appuntamenti, il folclore famigliare e cittadino. Penso che un bambino debba crescere in un posto riempito di certezze di questo tipo, che si addormentano alla sera e si risvegliano con lui al mattino. Ritengo fondamentale la lentezza del tempo che scorre tra gli abitanti che hanno sempre vissuto in uno stesso luogo, per formare la propria personalità e per sviluppare i propri sogni verso ciò che è “altro”.

A un certo punto, però, penso che sia necessario fare delle scelte. Le possibilità sono infinite e possono riguardare situazioni di disagio, sacrifici e paure. Ma principalmente penso sia tutta una questione di onestà e di lungimiranza, valori che a vent’anni sono piuttosto complicati da gestire.

Quando però di anni ne hai quasi trenta,  direi che è arrivato il momento di prendere in mano la tua vita. Tengo a ribadire il concetto che ogni percorso di vita sia differente e che possono capitare situazioni che ci costringono a effettuare deviazioni non pianificate. Se però non abbiamo davanti ostacoli insormontabili e disponiamo delle risorse fisiche e mentali sufficienti per vivere… perché non buttarsi in una nuova avventura?

La mia comincerà il prossimo ottobre, presumibilmente terminerà a febbraio 2019 e potrei riassumerla con due parole: Est Europa. Le mete (non sarà una sola) non erano volute, ma le ho accettate di buon grado. I due progetti a cui prenderò parte sono molto diversi tra loro, ma in qualche modo relazionati a due miei grandi sogni. Riesco a scriverne perché ancora non ci credo, nonostante le mie amiche mi rimproverino per essere la solita che dice “tanto non mi prenderanno mai”. (Ps. Il loro sostegno è una delle cose più preziose che arricchiscono questa mia felicità e non lo dico solo perché ho paura che leggano questo articolo).

Comunque, veniamo al punto… che sarebbe anche l’ora. Le due associazioni che mi permetteranno di partire per queste due nuove esperienze propongono progetti in tutto il mondo, di qualsiasi tipo: vanno bene per chi ha studiato medicina e chi lettere, per chi lavora (anche se su questo punto dovrò fare delle precisazioni), per chi studia e per chi è disoccupato… l’unica limitazione è l’eta, che deve essere compresa tra i 18 e i 30 anni.

aiesec

Sinceramente, non ho ancora capito a cosa corrisponda l’acronimo di questa organizzazione internazionale, che organizza progetti di volontariato e tirocini formativi in tutto il mondo. In particolare i Paesi coinvolti sono quelli dell’America del Sud come la Bolivia e il Perù, quelli dell’Europa dell’Est come la Romania e la Polonia. Le attività a cui si può partecipare sono tantissime: dagli stage in una startup all’assistenza ai bambini, fino all’insegnamento delle lingue: se vi interessa, consultate il loro sito web www. aiesec.org (è un po’ arzigogolato, ma se ce l’ho fatta io, ce la fate anche voi… magari vi è più comodo partire dal portale italiano: http://www.aiesec.it).

come funziona AIESEC

Il processo è un po’ lungo e macchinoso, ma non è complesso. Innanzi tutto occorrerà creare un profilo sul sito web dell’associazione, quello che vi permetterà di candidarvi al progetto desiderato. Dovrete scegliere una filiale di riferimento, auspicabilmente quella più vicina a voi territorialmente. In Italia ce n’è una all’incirca in ogni grande città: per esempio a Milano. Io, per il mio amore per il capoluogo emiliano e il mio odi et amo per quello lombardo, ho scelto Bologna. Una volta selezionata la sede AIESEC italiana, vi verranno assegnati dei referenti, ovvero dei volontari che lavorano in tale città. I volontari di questa associazione sono davvero efficienti (talvolta quasi assillanti) ma indubbiamente molto competenti e disponibili. Di norma vi contatteranno per un incontro conoscitivo, per spiegarvi i valori e la mission dell’associazione e per capire a quali tipologie di progetti siate maggiormente interessati, così da segnalarvi i nuovi che varranno pubblicati. Io ero orientata sul cosiddetto Global Talent, in particolare per quanto riguarda l’insegnamento dell’Italiano all’estero. Mi sono candidata più volte (a diversi progetti) rispondendo al questionario online, senza mai avere successo, finché poi ho ricevuto un contatto da parte di un volontario della città di destinazione dell’opportunità desiderata. A questo punto comincia il processo di selezione, che si svolge in più fasi: ho dovuto rispondere a ulteriori domande tramite procedura online, registrare un video di presentazione, fare un colloquio via Skype e completare una prova scritta (il tutto ovviamente in lingua Inglese). Se tutto va bene, riceverete una mail che vi avvisa che siete stai selezionati e sarete tenuti a pagare una tassa di iscrizione, indipendentemente che il progetto duri due mesi o un anno: il suo ammontare è di 400 euro. Nel mio caso, avrò l’alloggio garantito e coperto e riceverò un piccolo pagamento per il mio lavoro;  rimangono escluse le spese di viaggio aereo e il vitto.

evs

Si tratta del Servizio di Volontariato Europeo, chiamato SVE in Italiano. Penso che sia un’opportunità davvero incredibile sia per la capillarità dell’offerta, sia per la solidità dell’associazione. Il principio alla base dell’organizzazione è infatti quello che chiunque debba avere pari opportunità di accesso, pertanto è previsto un rimborso spese per ogni necessità che il volontario dovrà affrontare nel paese di destinazione, oltre a un pocket money extra. Per  intenderci: le spese di volo sono rimborsate fino a un massimale ragionevole, l’alloggio è coperto e garantito, l’attività non è retribuita ma è previsto un rimborso spese (ad esempio per i trasporti) e un pocket money per il vitto, che in tutto ammonta a circa 300 euro mensili (ma varia di Paese in Paese, commisurato al costo della vita in quel luogo). Come detto, i progetti sono tra i più disparati: dall’arte all’assistenzialismo a disabili e anziani, dall’educazione ai bambini all’agricoltura, con molti progetti legati al mondo della comunicazione. Le mete sono ovviamente tutte europee e possono essere grandi metropoli come piccoli villaggi. La durata dei progetti va dai due mesi, fino a un intero anno.

come funziona EVS

La peculiarità di questa esperienza è che è basata sull’interazione che avviene in una rete di associazioni europee: nel momento in cui vi candidate a un determinato progetto, dovrete selezionare l’associazione italiana che funge da mediatore. Il processo di selezione è più semplice rispetto al precedente, anche se può variare in base alle modalità previste da ciascuna associazione. C’ è una fase standard in cui dovrete sottomettere la vostra applicazione online, allegando il vostro CV, una lettera motivazionale e un messaggio di presentazione. Riceverete una mail di conferma da parte dell’associazione italiana che si occupa di quel particolare progetto. Dovrete poi attendere di essere contattati, o dall’associazione italiana o da quella estera. Il mio consiglio è quello di cercare di contattare direttamente l’associazione di destinazione, dato che verrete a conoscenza del suo nome e potrete fare ricerche online, avendo la premura di avvisare tutte le parti nel caso di successo. Se verrete contattati, dovrete superare solo un colloquio via Skype e, alla fine, riceverete una mail che vi avvisa che hanno scelto proprio voi!

Riflessioni

Lo so, lo so. Molti di voi, specialmente quelli più vicini ai 30 anni che ai 18, avranno pensato che si tratta di esperienze che non sono per tutti, sia per la loro bassa retribuzione, sia per il tempo che richiedono. Avete ragione, nulla da ridire. Il motivo per cui ne parlo è per raggiungere tutti coloro che pensano che per fare certe esperienze servano tanti soldi o che siano “troppo vecchi” per certe cose. Non mi rivolgo ovviamente a chi è soddisfatto della sua condizione. Questo articolo è per gli insoddisfatti positivi, per i curiosi, gli entusiasti e, perché no, anche per chi ama restare a viaggiare con l’immaginazione!

4 pensieri su “Quando la felicità sta tutta in una mail (e se hai meno di 30 anni, potrebbe interessarti)

  1. giuliacalli ha detto:

    Bravissima! Ti aspetta una bella avventura 🙂 io non ho mai approfittato di queste borse prima dei 30 anni, ma fai benissimo a ricordare che a volte quelle che ci bloccano sono solo scuse…queste occasioni non tornano, una volta passati i limiti di età bisogna arrangiarsi, quindi meglio approfittare di una borsa anche esigua ma che permette di fare esperienze incredibili!

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    • Babi ha detto:

      Grazie mille! Devo dire che sono stata fortunata (o forse mi sono semplicemente svegliata) a scoprire queste possibilità ora che sono “ancora in tempo”. Tuttavia, una volta superata quella convenzionale soglia d’età, mi affretterò a trovarne altre… sicuramente ci sono, diverse certo, ma ci sono. (Si, sono piccole esperienze ma come dici tu per me equivalgono a grandi avventure… speriamo!)

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